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Il GPL NON arriva dalla Russia


Il conflitto Russia-Ucraina e le conseguenti strategie di approvvigionamento energetico hanno ridefinito alcuni equilibri ma la domanda rimane. Usare GPL equivale a sostenere la guerra?

Da dove viene il GPL?

Sono cambiate molte cose dallo scoppio della guerra in Ucraina, tra cui la volontà dell’Unione Europea di supportare l’ex repubblica sovietica e di sanzionare Mosca che ha comportato una revisione della politica energetica italiana.

L’Italia non produce da sé il gas naturale e il gas GPL di cui ha bisogno; questi vengono importati da diversi paesi per raggiungere il fabbisogno nazionale.

Un altro elemento “caldo” è la giusta sensibilità non solo verso il pianeta ma anche nei riguardi degli utilizzatori di vetture a GPL che vedono piombare un dilemma etico sulle loro teste: “se uso GPL aiuto economicamente la Russia?

Posto che un problema così grande non può essere, chiaramente, risolto dai singoli con azioni individuali e che pertiene più alle scelte politiche del quadro entro cui ci si muove, ha perfettamente senso la domanda in un contesto così delicato.

Passiamo dunque a rispondere nel dettaglio identificando subito due tipi di gas necessari al nostro paese: il gas naturale e il gas GPL.

Per quanto riguarda il primo, fino al 2021 la Russia copriva circa il 30% del fabbisogno nazionale ed era la prima esportatrice di gas metano seguita dall’Algeria (27,8%), dall’Azerbaijan (9,5%), la Libia (4,2%) e infine il Nord Europa (2,9%).

A causa della guerra le cose sono un po’ cambiate. Nel 2022 l’Algeria che prima era il secondo importatore di gas copriva il 35% del fabbisogno di gas naturale. L’Azerbaijan ha coperto il 14% mentre il Nord Europa il 10%. Così si è ridotto drasticamente il contributo della Russia a circa il 15% del totale del gas arrivato in Italia.

I dati aggiornati a gennaio 2023 ci dicono che i metri cubi di gas importati dalla Russia sono in calo del -53,7% rispetto a gennaio 2022.

Lo stato Italiano tramite ENI ha stretto un accordo con Sonatrach in Algeria, secondo fornitore, per aumentare le esportazioni di gas tramite il gasdotto di Mazara del Vallo entro il 2023-2024. Altri accordi sono stati presi anche con l’Egitto e con il Qatar

Questo per quanto riguarda il gas naturale in cui la Russia è comunque implicata per una certa quota, seppur ridotta.

Diverso invece per il gas GPL (Gas di Petrolio Liquefatto), la miscela di idrocarburi che se sottoposti a pressione diventano liquidi, raffinazione del petrolio grezzo.

Il 53% del GPL italiano arriva dai paesi mediterranei e per la restante parte dalla raffinazione del petrolio in impianti nazionali.

Per rispondere quindi all’annosa questione: no, chi fa uso di vetture a GPL non sta finanziando né la Russia né la guerra.

Fonte: https://www.sostariffe.it/energia-elettrica-gas/guide/da-dove-arriva-il-gas-in-italia#:~:text=Il%20nostro%20paese%2C%20infatti%2C%20non,Questo%20almeno%20fino%20al%202021.